La salita di Fiesole è la più nota e frequentata salita del comprensorio fiesolano, e per moltissimi ciclisti fiorentini è stata probabilmente “la prima salita”, la prima impresa su due ruote.
Oltre a congiungere Fiesole a Firenze, è una via di accesso alla campagna e alla montagna a nord del capoluogo Toscano, verso il Mugello e gli Appennini. La sua fama ciclistica è divenuta internazionale dopo il 2013, anno in cui si è svolto il Campionato del Mondo di Ciclismo su strada, nel quale la salita di Fiesole rappresentava l’asperità principale del circuito iridato.
E’ una salita di terza categoria, lunga complessivamente 4,3 Km per una pendenza media del 5,1%. Può non sembrare troppo dura, ma attenzione: se la prima parte, da Piazza Edison a San Domenico, è piuttosto pedalabile, la seconda, fino a Piazza Mino, è sicuramente più impegnativa.
Fino a San Domenico (km 0 – km 2)
Lasciata Piazza Edison, la salita inizia sulla Via di S.Domenico con un lunga semicurva sulla sinistra, un tratto quasi rettilineo di 1 Km ad una pendenza attorno al 4 – 4,5% che si indurisce leggermente al primo tornante (curva verso destra) per 400 m fino alla successiva curva a sinistra. Da qui, un tratto rettilineo in falsopiano conduce alla frazione di San Domenico. E’ questo un tratto in cui si può rifiatare, magari per ammirare il panorama che si apre sulla destra, un’oasi verde lungo le pendici della collina di Fiesole, proprio al confine con la città. Chi ama le pendenze impossibili, da San Domenico, immediatamente dopo il centro abitato, può svoltare a sinistra nella Via Vecchia Fiesolana: una scorciatoia che porta a Fiesole in poco più di un chilometro ma con tratti impegnativi fino al 19% da superare.
Da San Domenico a Fiesole (km 2 – km 4,4)
Oltrepassato san Domenico, la salita si indurisce progressivamente. La seconda metà ha una pendenza media del 7%, con un massimo del 9% in un breve tratto attorno al km 3. Un tornante sulla sinistra, noto come “curva del Regresso” (il nome deriva dal fatto che il filobus della vecchia tramvia, attiva fino al 1973, doveva fare una manovra in due tempi andando avanti e indietro per superare la curva) segna l’ingresso nell’ultimo chilometro (media 8%). Fu proprio qui che Vincenzo Nibali, nel mondiale del 2013, sferrò l’attacco decisivo (per lui purtroppo infruttuoso: arrivò quarto). Dopo una curva sulla destra, un breve ultimo strappo conduce finalmente all’arrivo, nella piazza principale di Fiesole, piazza Mino.

Fare “il tempo” sulla salita di Fiesole non è facile, perché è una salita ben frequentata: oltre ad essere stata teatro del mondiale del 2013, è anche la prima salita della Granfondo di Firenze, dove si scatena la bagarre per conquistare le prime posizioni; e vi si svolge una importante cronoscalata per under 23, juniores e allievi. I professionisti, che durante il mondiale hanno ripetuto sette volte la salita, impiegavano dai 9 ai 10 minuti per completarla. Per stare nel primo 10% della classifica di Strava bisogna puntare a tempi fra gli 11 e i 12 minuti, che corrispondono ad una VAM di circa 1100 m/h, non poco per una salita di questo profilo. Scendere sotto i 13-14 minuti significa comunque avere una buona “gamba”, e per farlo sicuramente bisogna tirarla dall’inizio alla fine, privilegiando rapporti più lunghi nella prima parte e rilanciando con frequenza nella seconda.