La salita di Monteloro è una delle “perle nascoste” della regione fiesolana, facilmente raggiungibile sia da Fiesole che da Firenze. Lunga poco più di cinque cinque chilometri, si snoda su un percorso piacevole e movimentato, lontano dal traffico, con pendenze impegnative ma non durissime. Lunghi tratti nel bosco la rendono fresca anche d’estate.
Si tratta di un percorso molto amato dai ciclisti della zona, perché è una di quelle strade “magiche” che da un momento all’altro ti fanno sentire quasi in un’altra dimensione, in un altro tempo: questo è l’effetto che a molti fa il passaggio repentino dal traffico della Via Aretina ai silenzi dei boschi secolari che circondano la Villa di Gricigliano lungo le pendici della collina che guardano verso la valle dell’Arno.
Per raggiungere la base della salita, provenendo da Firenze lungo la via Aretina SP 34, oltrepassata la frazione di Ellera e poco prima di giungere alle Sieci, svoltare a sinistra sotto un ponte ferroviario (indicazione Monteloro, Via del Paretaio). Ma, benché sia questa la strada percorsa dalle automobili, ai ciclisti consigliamo di attaccare la salita svoltando poco prima, in località Le Falle, sempre passando sotto alla ferrovia e immediatamente, dopo un brevissimo tratto sterrato, a destra su un ponticello pedonale. Ci si troverà così sulla Via di Gricigliano, all’inizio del vecchio percorso della strada (che anni fa era collegato alla provinciale da un passaggio a livello).
La prima parte
Il primo km (qualcosa di più per chi parte dalle Falle: il segmento Strava inizia dall’incrocio con Via del Paretaio) è piuttosto impegnativo: pendenze fra il 7 e l’8% ci accompagnano lungo la valletta, con panorami aperti sulla campagna, fino a un primo tornante sulla destra, dove la strada si immette nel bosco e progressivamente si addolcisce.
Si prosegue in un tratto ombroso, più pedalabile, per circa 1,5 km fino ad incontrare una fontana seicentesca scavata sul fianco della collina che preannuncia il passaggio davanti alla splendida Villa di Gricigliano, di origini quattrocentesche, oggi sede di un seminario.
Siamo circa a metà della salita, e in corrispondenza della Villa un breve tratto pianeggiante ci consente di rifiatare e di ammirare, usciti dal bosco, il panorama che si apre sulla destra, che spazia dalla valle dell’Arno fino ai monti della Secchieta e del Pratomagno.

La seconda parte
Subito dopo un gruppo di case gialle, prima di un tornante verso sinistra, la salita si inasprisce. Siamo al “duro“: così su Strava è chiamato il breve segmento (circa 350 m al 12%) che rappresenta il momento più impegnativo dell’intera scalata. Quello in cui – chi ne ha – va all’attacco! Ma attenzione, perché non è finita. Dopo un tornante sulla destra, la strada prosegue di nuovo nel bosco, da qui in poi sostanzialmente in linea retta. Alla vetta mancano ancora quasi due km, e non si tratta certo di pianura: pendenze fra il 6 e l’8% ci conducono in vista del cartello di Monteloro, che segna la fine della salita e della nostra fatica.
A Monteloro
A Monteloro, un piccolo e tranquillo borgo sospeso nella campagna toscana, ci aspetta una fontana, un ristorante e – poco più avanti – un circolo ARCI piuttosto attivo, che ospita (di solito verso fine aprile) un’apprezzata Sagra del cinghiale. Una seconda fontana (con acqua naturizzata) si trova al campetto di calcio vicino al circolo.
Per chi ha ancora voglia di un ultimo affondo in salita, rientrando sulla sinistra subito dopo essere giunti al cartello, una stradina al 10% conduce in 300 metri alla chiesa medievale di San Giovanni Battista. Poco oltre, nascosti da un boschetto di cipressi, si trovano i resti del millenario castello di Monteloro, noto anche come “Castello dei Vescovi”: era infatti la residenza estiva dei vescovi di Fiesole, compreso quell’Alessandro che, come ci viene raccontato qui, pagò nell’anno 823 con la vita il suo tentativo di chiedere protezione all’imperatore Lotario per difendersi dalle prepotenze delle famiglie feudali fiorentine dell’epoca. Alessandro è il Sant’Alessandro dell’omonima basilica Fiesolana, che si trova nei pressi del convento di San Francesco, il punto più alto e panoramico di Fiesole. Ma questa è un’altra storia (e un’altra salita).
Percorsi collegati
Monteloro è una meta classica per brevi uscite da Fiesole. Il giro che da Fiesole, scendendo a Compiobbi, risale da Monteloro rientrando da Monte Fanna è di circa 23 km, e può essere allungato se, invece di tagliare per Monte Fanna, si prosegue verso nord per rientrare sulla via dei Bosconi quasi all’incrocio con l’Olmo. In entrambi i casi si tratta di un percorso molto appagante, senza traffico e sfidante al punto giusto. La strada di Monteloro può essere utilizzata per il rientro a Fiesole (la cosiddetta “Fiesole tax” dei ciclisti che vi abitano!) quando si proviene da Pontassieve, in alternativa alla salita classica (che obbliga a rientrare a Firenze dalla trafficata via Aretina) e alla salita di Compiobbi (la via più breve, ma anche la più impegnativa).