Il questionario di De Zan: Samuele Nepi

Esiste il più famoso “questionario di Proust”. Ci abbiamo guardato bene, ma domande sulla bicicletta, zero. E allora abbiamo pensato che, per cogliere l’identità di un pédaleur o di una pédaleuse del Fiesole Cycling Collective, dovevamo rivolgerci allo spirito della voce del ciclismo, Adriano De Zan. Nasce così il Questionario di De Zan.
Risponde qui alle sue domande Samuele Nepi, il Ganna delle Caldine, passista fiesolano per eccellenza, uomo da strada, sterro e corsa, Local Legend di via Aretina, ma soprattutto: il marito della dottoressa.
Riepiloghiamo la situazione: chi sei? Raccontati in poche frasi.

Samuele Nepi, fiorentino di nascita, ma fiesolano di adozione. Nella comunità, nonostante siano passati più di venti anni, sono sempre “il marito della dottoressa”.

Quando nasci ciclista?

Nonno ciclista, padre ciclista, dopo tanti sport provati in gioventù, alla fine ci sono cascato anche io! Ho iniziato seriamente a ventuno anni, quando mi è stata regalata la prima bici.

Il tuo soprannome su due ruote.

Qualcuno mi chiama “il Ganna delle Caldine”, ma mi sembra irrispettoso. Nei confronti delle Caldine, intendo.

Hai mai dato un nome alla tua bici?

Io personalmente no, ma mia moglie la chiama “La Signora”. Come a voler sottolineare l’importanza che l’oggetto ha nella mia vita.

Il tuo pantheon ciclistico.

Il grandi della Roubaix e delle classiche del nord. Tom Boonen, per dirne uno.

Il dono di natura che hai.

Quando sono in piena forma peso 76 Kg: non proprio una farfalla. Sono un passista senza compromessi.

Il dono di natura che vorresti avere.

In salita, alzarmi sui pedali e cambiare passo! Per me fantascienza…

Il terreno a te più congeniale.

La pianura e le salite fino al 4-5%, sopra quel limite sono in balia degli eventi.

Le discese sono salite viste al contrario o viceversa?

In discesa non ho paura, in salita si.

Ti senti enfant du pays? O ti si addice di più Nemo propheta in patria?

A Fiesole ho tanti amici con cui uscire sia su strada che in mtb. Abbiamo molti percorsi panoramici e poco trafficati pur essendo a pochi chilometri da Firenze. Decisamente enfant du pays.

Samuele in assetto corsaiolo durante una delle sue lunghe escursioni verso il mare, con la maglia degli amici di Cicli Conti.
Red Bull o Paniagua?

Assolutamente Red Bull! Tutto ciò che esiste dalle maltodestrine in su(1).

Colpo di reni o colpo di mano?

Colpo di mano: da professionista sarei stato un impareggiabile finisseur!

Perché il vento è sempre contrario?

Perché quando è a favore c’è, ma non lo percepisci.

Un giorno in sella indimenticabile.

Partenza all’alba e giro di 200 km. Sette, otto ore in sella, da solo. A cosa pensi per tutte quelle ore? A niente! Ovvero: qua è meglio il 50-15; ancora 3 Km di salita; alla prossima fontana mi fermo; guarda che bel gruppo, faccio una tirata, mi ci accodo e mi faccio tirare per un po’; questa strada l’ultima volta l’ho fatta con Carmelo; i prossimi tornanti li faccio sui pedali così mi sgranchisco… e così via.

Quel che detesti più di tutto quando si parla di ciclismo e ciclisti.

“Ma dopo tutte quelle ore e quei chilometri in bici non vi fa male il c…?!”. Tocca spiegare l’equivoco: che non sei seduto sulla bici, ma sei la bici, il manubrio sono le braccia, le pedivelle le gambe, le ruote i piedi… Incomprensibile per i più, ti guardano esterrefatti.

La volta che hai messo piede a terra.

Per carità di Dio! Giammai!

Un episodio che racconti spesso e che non puoi fare a meno di raccontare ancora una volta.

Sullo Stelvio, in estate, dopo non so quanto tempo alzo gli occhi dalla ruota anteriore e vedo il ghiacciaio insieme ad una riga nera verticale: l’immagine del copertoncino ormai fissato sulla retina in maniera permanente. “Guarda lassu c’è la neve!” Dico al mio amico. “Si, sono due ore che si vede la neve!” “Dove eri fino ad ora?!”

Samuele in azione sullo Stelvio. Non sembra aver paura in salita però.
Consigli a chi inizia: cose da fare e cose da non fare.

Il ciclismo non plasma il carattere, lo rivela! Questo aforismo spiega che in ogni ciclista si cela qualcosa di insano, di patologico. Quindi non ha senso investire in attrezzature, abbigliamento e accessori costosi prima di aver scoperto se si ha il demone.

Regalaci un itinerario in bici, uno dei tuo favoriti.

Fiesole-Abetone passando da Montagnana, per me un classico dell’estate.

Cosa ci fai nel Fiesole Cycling Collective?

Sto con degli amici appassionati di ciclismo come me.

Il tuo motto.

Per dirla con Yogi Berra: “It ‘aint over’til it’s over”, ossia “Non è finita fino a quando non è finita.”

Note

(1) Finalmente qualcuno che rompe il muro dell’omertà. Il ciclismo fiesolano è sconvolto dalle rivelazioni del Dottor Nepi (che, almeno, è un dottore davvero). “Faccio prima a dirti quello che non prendo”. “Gli altri? prendono di tutto. Sono sepolcri imbiancati!”. [N.d.R]

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