Esiste il più famoso “questionario di Proust”. Ci abbiamo guardato bene, ma domande sulla bicicletta, zero. E allora abbiamo pensato che, per cogliere l’identità di un pédaleur o di una pédaleuse del Fiesole Cycling Collective, dovevamo rivolgerci allo spirito della voce del ciclismo, Adriano De Zan. Nasce così il Questionario di De Zan.
Risponde qui alle sue domande Federico Pratesi, maestro di sport, instancabile pedalatore fiesolano e uomo che mette parecchi watt in tutto quello che fa (e quante ne fa?!?).
Riepiloghiamo la situazione: chi sei?
Uno sportivo. Vivo di sport e vivo nello sport, la mia giornata è scandita e condita di sport e spero di riuscire a trasmetterne bellezza e valori ai ragazzi e alle ragazze che incontrerò sulla mia strada.
Quando nasci ciclista?
Ho sempre amato la bicicletta, ma solo nel 2015 ho iniziato a dedicarle più tempo. Diciamo che è diventata una bella malattia dal 2017.
Il tuo soprannome su due ruote.
Il presidente (1) mi chiama “polpacci di marmo”…ahimè.
Hai mai dato un nome alla tua bici?
Sempre!!! I nomi alle bici sono come i nomignoli tra innamorati”. Ho avuto La Smilza, La Cicciona..ora c’è Black Maggie perché quella White me l’hanno rubata!
Il tuo pantheon ciclistico.
I primi miti erano Moser e Saronni nelle biglie al mare. Poi Pantani, magia e fascino su una bicicletta, capace di emozionarmi ancora oggi solo al pensiero. Quest’anno poi che sono andato sul Carpegna…brividi!
Il dono di natura che hai.
Resilienza ed ottimismo….perchè “dopo la curva spiana” sempre!!!
Il dono di natura che vorresti avere.
Un metabolismo che collaborasse maggiormente!!!
Il terreno a te più congeniale.
La discesa senza dubbio…poi la pianura in BDC(2) e la salita tecnica in MTB.
Le discese sono salite viste al contrario o viceversa?
Sono un premio meritatissimo, divertimento sia su strada che sterro!
Ti senti enfant du pays? O ti si addice di più nemo propheta in patria?
Ma che lo so? Pedalo per gioco e divertimento, per sfida con me stesso e qualche sparata con gli amici, ma soprattutto per stare bene e sgranare senza sensi di colpa. All’inizio uscire dalla Valle era un’impresa di fatica, fisica e mentale. Adesso c’è solo una consapevolezza…se parto da casa e voglio tornarci o è il Polcanto, o il Mostro(3), o la Faentina, comunque vada si torna sempre in salita.
Red Bull o Paniagua?
Di tutto…dalle barrette fatte in casa, soprattutto il croccante che spaccio anche agli amici e compagni di pedalate…a gel o barrette più commerciali. Di sicuro una cosa è certa…come la Coca Cola non c’è niente!!!
Cosa pensi dei ciclisti che non mettono il caschetto protettivo?
Ognuno è libero di fare le proprie scelte. Ma quella di non mettersi il casco non la condivido assolutamente.

Colpo di reni o colpo di mano?
Colpo di reni ultimamente perché qualche amico “suonato” sprinta a tutti i cartelli delle località…colpo di mano al Bar, li sono un fuoriclasse!!!
Perché il vento è sempre contrario?
Perché il ciclismo è uno sport di merda. O fa caldo, o tira vento, o fa un freddo boia, o piove a dirotto…è così e non ci si fa niente. Quante giornate perfette avete pedalato voi? Io poche 🤷♂️. Il ciclismo mi ha insegnato ad affrontare la vita senza mollare, e allora anche la più banale delle pianure, o quel falsopiano a favore che aspettavi a gloria…saranno sempre e comunque controvento.
Un giorno in sella indimenticabile.
Il doppio Stelvio di quest’anno con la mia super mogliettina a pochi anni dalla nascita del Ghiro. Una prova super per lei…emozione allo stato puro per me. Bormio, Stelvio, Umbrail, Santa Maria, Prato e di nuovo lo Stelvio. Insieme a pedalare, aiutandosi, sostenendoci, sopportandoci e supportandoci, arrivare in cima poco prima di lei per farle un video ed emozionarmi e commuovermi vedendola scollinare. Giornata indimenticabile.

Quel che detesti più di tutto quando si parla di ciclismo e ciclisti.
Chi pedala appaiato o in gruppo sulle strade più trafficate fregandosene degli altri utenti della strada. Chi getta rifiuti per strada e peggio ancora nei boschi. Chi dice che la bici non fa differenza ma #contasololagamba, però poi ha una superbici ultraleggera. Quelli che quando li passi fanno 27 e poi ti stanno a ruota 30km senza dare mai un cambio!!!
La volta che hai messo piede a terra.
Mai. Ho sempre pianificato gli sforzi e le “imprese” nei minimi dettagli, amo i numeri e l’organizzazione…forse anche troppo. E poi sono un testone che se si mette in testa qualcosa lo deve finire a tutti i costi.
Un episodio che non puoi fare a meno di raccontare.
Più che un episodio direi un’avventura. Senza dubbio la “Avenue Verte”, il viaggio da Parigi a Londra fatto con la mia dolce metà….carrellino con tenda, sacchi a pelo, fornellino, scorte di cibo e tutto il necessario per riparazioni etc. Preparare il viaggio e l’attrezzatura, trovare i voli e come smontare le bici per spedirle, ogni cosa ha un ricordo vivissimo e potrei ripercorre quei momenti al minuto. E ora che ci penso mi viene in mente anche un episodio che spesso racconto, non tanto legato alla bici ma vissuto in bici.
Erano le 4 di mattina, eravamo sbarcati a Newhaven in Inghilterra con il traghetto preso a Dieppe. La meta quel giorno era vedere l’alba alle Seven Sisters, le bianche Scogliere che si affacciano sul canale della Manica, per poi proseguire verso Londra. Mentre pedalavamo tra le tipiche casette Inglesi, ad un certo punto vediamo qualcosa in terra in un’aiuola a bordo strada, sembrava un corpo…”non può essere” ci siamo detti. Via via che ci avvicinavamo ci rendevamo conto che era proprio un corpo, era un ragazzo giovane, accasciato a terra bello disteso. Un mix di paura e curiosità, il dubbio se fermarsi o no, provare a svegliarlo e vedere se fosse vivo o andare avanti…alla fine siamo andati avanti. Non abbiamo mai saputo come fosse finita per quel ragazzo, abbiamo cercato sulle cronache dei giorni seguenti ma nessuna news…alla fine probabilmente era solo l’effetto PUB, molto PUB.
Consigli a chi inizia: una cosa da fare e una da non fare.
Non iniziate…crea dipendenza, è costoso, ti ruba un sacco di tempo ma soprattutto è estremamente rischioso perché ti rende libero!!!
Regalaci un itinerario in bici, uno dei tuoi preferiti.
Restando intorno a casa e BDC direi Olmo, Dicomano, Passo del Muraglione, San Benedetto, Passo Peschiera, Passo dell’Eremo, Marradi, Passo del Carnevale, Palazzuolo sul Senio, Passo della Sambuca, Prato all’albero, Passo della Colla, Borgo San Lorenzo, Olmo(4).
Cosa ci fai nel Fiesole Cycling Collective?
Mi piacerebbe un gruppo di amici ciclisti con un ritrovo fisso e costante, fosse anche per farsi un saluto e poi ognuno scegliere il proprio percorso. Ma piacerebbe anche rendere Fiesole BIKE FRIENDLY. Si merita di diventare una meta per i ciclisti e per il turismo lento. Per questo servirebbe una mano in più dall’alto delle istituzioni…e un aiuto dai Fiesolani ciclisti. I Have a dream.
Il tuo motto.
Più dura sarà la salita, più grande la soddisfazione della vetta.
Note
(1) “Il Presidente”: Federico intende qui il Presidente Dimissionario Frank Joop [n.d.r.]
(2) Federico usa spesso gli acronimi BDC (per Bici Da Corsa, spesso usato nella formula “BDC Noi ❤️” con la quale intitola le uscite con Emily) e MTB (Mountain Bike). E’ infatti un polivalente, che ama il fango e la neve quando c’è, e si dedica all’asfalto principalmente per realizzare medie impressionanti con immancabile foto del Garmin inviata agli amici che rosicano [n.d.r.].
(3) Il “Mostro” è il nomignolo di una delle salite più odiose del comprensiorio, quattro chilometri al 10% fisso senza un tornante, che è una delle strade che conducono a casa di Federico, oggetto di una competizione annuale con sua moglie Emily a chi la percorre più volte [n.d.r.].
(4) Risposta dalla quale si vede che il concetto di “intorno a casa” è parecchio relativo [n.d.r.].