Questo circuito a forma di otto si dipana sul versante ovest del Poggio Pratone, attraversa strade normalmente frequentate da MTB ma con una bici da corsa dotata di freni a disco e battistrada tassellato – gravel – ci si può arrischiare.
Partendo da Fiesole si scende per la via più rapida fino a Pian di Mugnone e si percorrono circa 2 km di via Faentina (in parte aggirabili attraversando il fiume e risalendolo il “pratone” luogo di passeggio dell’intera comunità caldinese).
Superata la Casa del popolo di Caldine si svolta a destra e attraversando la ferrovia si imbocca via delle Caldine. Si tratta di una salita di appena 2km ma molto impegnativa, il 13% medio è il risultato di una successione di strappi fra il 15% e il 18%, veri e propri gradini, intervallati da tratti meno impegnativi. Il fondo alterna asfalto, sterrato e cemento, ma è facilmente percorribile anche con una bici da corsa con copertoni stradali. Il panorama regala uno scorcio insolito su Caldine, Trespiano e Monte Morello.

Imboccata via dei Bosconi in direzione Fiesole si percorrono 2 km di falsopiano in discesa fino a raggiungere il bivio per Monte Fanna. Svoltando a sinistra la strada comincia subito a salire.
Dopo poche centinaia di metri si avvista la facciata color tufo di San Michele a Muscoli, chiesa di cui si hanno notizie già a metà del duecento quando il territorio era di proprietà della famiglia Mancini, restaurata a fine ‘800, conserva il fascino di una pieve medioevale.
Monte Fanna si raggiunge dopo circa 2km di salita al 9%, anche in questo caso un’ascesa più da biker che da stradisti, fatta di strappi impegnativi e tratti pianeggianti.
Appena superate le poche case di Monte Fanna, attraversando un boschetto di cipressi, a sinistra si incontra l’innesto dei sentieri che salgono al Poggio Pratone e superata una sbarra si inizia la parte sterrata. Il primo tratto è piuttosto agevole, studiando le traiettorie per evitare accumuli di ghiaia si riesce a stare in piedi anche con una bici gravel su una pendenza fra il 12-15%.
Arrivando sul crinale la vegetazione si dirada e sulla sinistra si ammira lo spettacolo di Monte Morello, la Piana con le Apuane e l’Abetone all’orizzonte. La strada sterrata si ferma di fronte ad un enorme ripetitore Telecom.

Da qui inizia un sentiero costellato di massi e punti di accumulo di fango in cui non mettere piede a terra non è semplice. Ma in pochi minuti si arriva alla vetta pratosa, tetto del comune di Fiesole, 702 mt SLM. Qui ci si può fermare a godere del panorama che abbraccia dal Casentino a Monte Morello. Sulla vetta si trova una stele in ricordo dello scrittore Bruno Cicognani (Firenze 1879-1970) che qui veniva a passeggiare in cerca di ispirazione.

Da qui si inizia la discesa. Sicuramente la parte più complessa da affrontare con una bici gravel. Il sentiero è impegnativo soprattutto nella sua prima parte sia per gli accumuli di fango nelle zone in ombra sia per alcuni tratti molto ripidi (l’anello in nessun modo può essere percorso in senso opposto). Io, che non sono però in alcun modo esperto di downhill, in alcuni tratti ho dovuto scendere di sella. Il percorso si inoltra nel bosco ma esce sul crinale in alcuni tratti regalando scorci mozzafiato su Monte Senario e Monte Giovi.

L’ultima parte della discesa, nel fitto del bosco di pini, è più agevole. Occorre solo fare attenzione alle radici affioranti nel tratto immediatamente precedente l’innesto sull’asfalto.
Tornati su via dei Bosconi, complice il falsopiano in discesa, l’asfalto scivola via sotto le ruote infangate e in un batter d’occhio si torna a Fiesole con negli occhi tanta natura e bellezza.